di Fabio Stellato
Vogliamo rendere ancora una volta omaggio a Pietro Mennea, venuto prematuramente a mancare ieri mattina, proponendovi una chicca che abbiamo ripescato nella nostra nastroteca; è un'intervista che Mennea concesse a Mario Giobbe, alla vigilia dei giochi Olimpici di Seul del 1988, in cui racconta "minuto per minuto" il trionfo Olimpico di Mosca 8 anni prima, dalle batterie eliminatorie alla finale.
Questa lunga intervista che vi proponiamo è un estratto di "Radio anch'io: da Olimpia a Seul" (RadioUno 1988), all'interno del quale riascolteremo ancora una volta la radiocronaca della finale di Mosca di Giacomo Crosa, ma ascolteremo anche l'intervista a caldo di Gustavo Delgado, primo giornalista a raggiungerlo subito dopo il trionfo, infrangendo tutte le regole del CIO che impediva ai giornalisti di avvicinare gli atleti prima del controllo antidoping.
E tra le tante testimonianze che hanno ricordato in queste ore la figura del campione barlettano, vi riportiamo proprio il ricordo di Gustavo Delgado, che raggiunto da "Repubblica" e da "Linkiesta" ha cosi ricordato quell'episodio:
"Quel giorno, a Mosca, Mennea ha fatto vincere anche me. Ero nella buca a bordocampo, riservata ai giornalisti. Dall'urlo della gente mi resi conto che Mennea stava rimontando, sino a vincere la gara della vita. Sentivo nitidamente i suoi amici barlettani urlare "Pierino". Saltai sulla pista e mi apprestai a compiere una missione che sembrava impossibile : intervistarlo all'interno del tg 1 delle ore 20. L'allora caporedattore dello sport, Guglielmo Moretti, mi disse che l'intervista andava fatta e che avevo a disposizione tre minuti per utilizzare il circuito universale. Quando lo raggiunsi dovevo fare in fretta, erano già le diciannove e quaranta [...]. Non potevo nemmeno intervistarlo, prima della stampa c’era l’obbligo del doping per i vincitori e avrei perso tempo prezioso, così decisi di violare quella norma. Che successe? Mi misi a correre verso di lui che era ansante, fermo, stava lì per raccogliere gli applausi della folla. Mi inseguì un poliziotto russo che voleva impedirmi di raggiungerlo, gli arrivai vicino e quando vide che avevo messo la mano sul braccio di Mennea allora mi mollò e trascinai Mennea davanti alla postazione televisiva. Conoscevo già Mennea, era un mio amico, e questo mi favorì nell'intervista. Non gli feci domande, gli dissi semplicemente di raccontare cosa stesse provando. Fu una scena bellissima, in 48 ore quell’intervista andò in onda 27 volte tra radio e tv"
Le parole di Gustavo Delgado sono tratte da La Repubblica - ed. Bari e da www.linkiesta.it
TUTTI I DIRITTI SONO DELLA RAI, RADIO TELEVISIONE ITALIANA
0 commenti:
Posta un commento