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lunedì 29 luglio 2013

"Fernando Alonso suda le sette tute"

di Marco D'Alessandro - Se in Italia sembra essere l'estate più afosa degli ultimi dieci anni, per Alonso è il peggior luglio da quando guida una Ferrari o presunta tale. Il Gran Premio d'Ungheria conferma la netta involuzione degli ultimi due mesi ferraristi, a metà campionato appena raggiunto. A Budapest è stato il weekend di Hamilton, scatenato e implacabile come nei giorni migliori, al suo primo successo della sua nuova vita sportiva in Mercedes e non più in McLaren, cosa su cui non tutti hanno preso pienamente coscienza, tra i quali anche il nostro sempre ottimo Giulio Delfino che almeno una volta a Gran Premio, si lascia sfuggire qualche: "La McLaren di Hamilton".
Il primo pilota di colore della storia della Formula Uno ha azzeccato il fine settimana perfetto: quando è in palla ed esprime il meglio di se, è difficilmente perforabile.
La prima emozione la regala al sabato, conquistando una pole position tanto sorprendente quanto spettacolare, freddando sul filo di lana un Vettel un po' troppo spavaldo che già allungava le mani sulla prima piazza, girando male nel suo ultimo tentativo. Neanche il tempo di far sancire "la pole definitiva" al radiocronista, ed ecco la sorpresa, ecco "l'ultimo giro sensazionale" dell'inglese. Pole che ad Hungaroring vale qualcosa di più, a causa delle rare opportunità di sorpasso che offre il tracciato magiaro. Sorpreso Delfino così come lo stesso Lewis che via radio non si rende conto del risultato. Ogni tanto, il format ingessato delle qualifiche 2.0 della F1, rimembra qualche antica emozione del tempo strappato al centesimo nell'ultimo attimo. Ed Hamilton è ancora uno degli ultimi baluardi del giro secco in cui si può estrarre dal cilindro la prestazione, aldilà del mezzo.


Mentre per la Ferrari, il giorno in cui tornerà ad essere protagonista in zona pole, temiamo di dover utilizzare una frase ascoltata in radio sette anni fa a Berlino, in chiave calcistica: "Ci è voluta quasi una generazione".
E' ormai una triste abitudine doversi accontentare di vedere le Rosse non al di sopra del quinto posto in una griglia di partenza. Se in primavera ci furono le gare vinte in rimonta con un passo gara prepotente, ora non ci sono nemmeno i miglioramenti di posizione alla bandiera a scacchi. Alonso parte ed arriva quinto, Massa da settimo giungerà ottavo.
Nonostante qualche tentativo quasi commovente di spingere le Rosse da parte nostra e di Giulio Delfino, l'amara realtà è quella di una Ferrari mai in gara e mai in lizza, se non alla vibrante partenza.
La peggior estate di Fernando Rosso, senza vittorie per la prima volta da ferrarista e, soprattutto, senza competitività. Una Ferrari che, fossimo nel calcio, con Alonso sarebbe da zona Europa League (in Champions solo se gli altri inciampano), con Massa si giocherebbe il terzo turno di Coppa Italia. La carica della cronaca delfiniana si spegne già dopo pochi giri, quando il cronometro ma anche l'occhio nudo, ci regala l'immagine impietosa dell'andata primi tre e solo dopo dieci secondi della sagoma ferrarista: "Niente, la Ferrari continua a perdere un secondo al giro". A tratti Delfino cerca di non affondare il coltello nella ferita, rifugiandosi in "perde qualcosina, Ferrari leggermente più lenta". Ma purtroppo la gara la fanno gli altri e la rassegnazione di un "la Ferrari arranca" cala inevitabilmente. Almeno tre scuderie ne hanno di più e la gara del Cavallino è uno strazio, una desolazione per chi vorrebbe lottare per vincere il Mondiale ed invece si vede lontano da tutti coloro che contano, per l'ennesimo Gran Premio e, forse, per l'ennesimo campionato. Siamo solo al giro di boa e tutto può accadere, ricordandoci che al posto di Vettel in fuga nel Mondiale, dodici mesi fa c'era proprio Alonso. Ma le parti sono inverse e per esperienza, viene difficile immaginare un recupero ferrarista non solo sulla Red Bull, ma anche su Mercedes e Lotus, concorrenti che dopo Budapest sembrano anche più credibili dei nostri eroi di Maranello.
Perché siccome le cattive novelle non arrivano mai da sole, Alonso ora non è più nemmeno il rivale diretto di Vettel nella classifica piloti: l'ottimo secondo posto in gara di Kimi Raikkonen regala il sorpasso al finlandese, così come ormai Hamilton comincia a bussare alle spalle dello spagnolo.
L'inglese della Mercedes completa il capolavoro con una domenica impeccabile in cui non viene scalfito dalle tattiche altrui. Raikkonen però sottrae il secondo posto a Vettel. Meritata la sottolineatura di Delfino sul finlandese: il migliore nel gestire le gomme. Ripercorriamo le emozioni del racconto di una gara più tattica che esaltante.


Postilla finale della domenica, Alonso finisce sotto inchiesta per un'uso improprio del Drs: la Ferrari se la cava con 15 mila euro di multa e buone vacanze. La Formula 1 ritornerà a fine Agosto, nello stesso fine settimana dei campionati di calcio. La "preparazione estiva" della Ferrari sarà particolarmente tribolata e chissà fino a quanto potrà durare la pazienza di un Alonso "sette tute" che da una parte sprona a non mollare, ma dall'altra ricorda che sono ormai quattro anni che deve recuperare quasi un secondo alle altre vetture. Con Vettel che può andare tranquillo in ferie, cominciando a stuzzicare il ferrarista anche nelle dichiarazioni. Spa e Monza, il meglio che esista nel pianeta dei circuiti, tra quasi un mese, nella speranza di poter rispondere coi fatti.

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