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lunedì 22 settembre 2014

Formula Radio 2014 (14) - Dalla notte di Singasaxapore..

#tuttoilcalcioblog
di Marco D'Alessandro - Cala la notte sul weekend di Singapore, è calato ufficialmente il buio su quello che è e rimarrà un lussuossimo pezzo di storia della Ferrari. Tra Monza e Marina Bay, è arrivato l'annuncio che pareva ormai inevitabile e che tutti conoscono, quello che dal prossimo Ottobre separerà le strade tra Luca Cordero di Montezemolo e la sua Ferrari, di cui è stato il grande erede del Drake. Sarà proprio Sergio Marchionne a prenderne l'eredità, nell'augurio che di quella poltrona non ne disonori la pelle della Scuderia e nel timore che potrebbe essere più una questione di business che di anima. Sarà un lungo addio quello che si protrarrà ufficialmente fino al prossimo Gran Premio del Giappone, ma che mediaticamente è stato risolto nei tempi più brevi possibili. Non è stato un tormentone, ma solo voci fondate, durate non più di 60 ore dopo Monza, fino a quella conferenza congiunta a Maranello, dove Montezemolo è uscito a testa alta, da mattatore, non senza commuoversi e commuovere i tifosi più affezionati. Finisce il tempo delle critiche su quello che è stato negli ultimi anni, comincia quello dei ringraziamenti per un ciclo leggendario. Si avvia una rifondazione, tra imponenti punti interrogativi. In questa rubrica non siamo nuovi a sottolineare che la permanenza di Fernando Alonso in Rosso sia tutt'altro che certa. Il punto di domanda s'ingrossa più che mai. Le trattative per il rinnovo non prevedono più la presenza degli uomini che hanno stretto i legami di fiducia con lo spagnolo: già da tempo non c'è più Stefano Domenicali, non ci sarà più il Presidente del Cavallino e un macabro destino, proprio nel giorno dell'annuncio di Montezemolo, ha portato via Emilio Botin, patron della Santander, primo super sponsor della Ferrari e di Nando. Marchionne non vuole perdere Alonso, ma chissà se Alonso non stia a guardarsi attorno ed aspettare un nuovo progetto con più sex-appeal della Ferrari presente-futuro (la nuova Mclaren Honda?). Le vociacce si sono intensificate proprio nella settimana che portava al Gran Premio in notturna. Il campione di Oviedo non l'ha presa nel migliore dei modi: ha annunciato che presto avrà delle cose da dire e che non piaceranno molto ai giornalisti. Le acque non sono calme. Dall'altra parte, Raikkonen derapa alla grandissima: "L'addio di Montezemolo? Si cambia per fare meglio". Il rapporto tra il finnico e l'ex Multipresidente (come lo chiamava Leo Turrini, che peccato non sentirlo più in radio..) non è mai stato familiare e stretto come quello con Alonso, d'altronde. E mentre quelle stesse voci di mercato avvicinerebbero Vettel come erede di Alonso e risuona il sottofondo di Lucio Battisti che canta "Lo scopriremo solo vivendo", si rischia di dimenticare della corsa e dell'evento. Un circuito cittadino dove si livellano i valori e la potenza del motore conta meno. Le Ferrari incoraggiano fin dalle prove libere e cullano addirittura intenzioni da voce grossa che però s'infrangono all'ultimo tentativo della Q3. Alonso sarà quinto ma a soli due decimi dalla pole Mercedes di Hamilton (ci starebbe un sottofondo di Francesco Repice, qualche ora dopo da San Siro, su una parata di Gigi Buffon: miracoloooooo!). Kimi invece la possibilità di giocarsela non ce l'ha, per un guasto tecnico che gli nega la potenza del motore per tentare l'ultimo giro: in un anno in cui non ne gira bene nemmeno una per sbaglio, non c'è da stupirsi. Ma andiamoci a riascoltare le battute finali del sabato, raccontate da Giulio Delfino dall'autodromo di Singasaxapore.

Se la Ferrari cercava una delle rare possibilità di fare la voce grossa, quella di Delfino è una voce tappata dall'influenza di stagione. Giulio sforna la sua (per altro ottima e precisa nella non facile lettura di gara) radiocronaca della domenica con una voce nasale che ricorda un Bruno Pizzul all'amatriciana. Una radiocronaca che scatta col botto, viste le vicissitudine di Nico Rosberg che deve rinunciare al secondo posto in griglia e alla gara che diventerà una breve agonia. Noie tecniche che, di fatto, resistituiscono ogni maltolto ad Hamilton, vincitore della gara e nuovo leader del campionato, con 3 punti di vantaggio. Punizione divina o copione scritto? Comunque sia, si ricomincia daccapo, si spera al di sopra di ogni possibile sospetto su farse o non farse. La lotta al titolo iridato è accesissima, più che mai. Avremo di cui divertirci. Non una gara memorabile, nel complesso, quella di Singapore. Circuito che incentra più lo show-business e la baracconata dello sgommare al buio, piuttosto che il contenuto tecnico. E' la gara dove si usurano le gomme, dove prevale la tattica e la strategia: la gara moderna, insomma. Ed anche la buonasorte che Enzo Ferrari bandiva. La dea della gomma chiamata Safety Car, non ha sorriso alla Ferrari di Alonso che veleggiava in zona podio. Sarebbe stato appena il terzo stagionale: in un'annata così magra, ci si accontenterebbe di questa carità. Discutibile le tempistiche dei pit stop ferraristi, ma con il senno di poi e la maledizione dei distacchi neutralizzati da un momento all'altro. Alonso deve accontentarsi dei piedi del podio e non riesce ad infilarsi fra le Red Bull. E appunto, notizia del weekend: l'ordine delle due vetture bibitare è tornato quello "naturale" con Vettel davanti a Ricciardo. Singapore ha risvegliato dal torpore il tedeschino che ha sciorinato la sua prestazione migliore del 2014: un secondo posto con guida maiuscola, quasi sulle uova nella parte conclusiva, con gomme assai consumate, resistenza super. Messaggio ai naviganti: quest'anno è andato così, ma guai a dare per finito Sebastian Vettel. Andiamo a riascoltarci le fasi salienti del Gran Premio e della radiocronaca di Giulio Delfino.



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