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venerdì 25 gennaio 2013

Dietro al microfono: intervista a Nicoletta Grifoni

di Massimo Raibobo Verona
Continua il nostro viaggio tra voci vecchie e nuove di "Tutto il calcio" fa tappa oggi ad Ancona per alcune domande a una delle persone che ha fatto la storia di Tutto il calcio.
Stiamo parlando di Nicoletta Grifoni, voce di Tutto il calcio e tra i fondatori di Pallavolando.

Domanda di rito: esordio al Gr Sport e a Tutto il calcio minuto per minuto
Ho iniziato la collaborazione con il GR Sport davvero per un caso fortuito. Ero entrata in RAI da appena pochi mesi con un avvertimento, tra l'altro, da parte del mio caporedattore di allora che suonava così " in questa redazione si segue di tutto. So che ti piace lo sport, ma avrai poche occasioni di farlo!" Eravamo a gennaio del 1988. Più o meno ad aprile arrivò la richiesta da parte del GR per un collegamento in diretta da Ancona per una corsa podistica allora molto frequentata in tutte le città d'Italia, " Vivicittà". Il podismo non era nelle corde di molti, così il capo mi chiese se avevo voglia di provare..e naturalmente fu un sì da parte mia. Non perchè fossi particolarmente esperta, ma perchè adoravo ( e adoro) le dirette..e.. andò bene. Il capo del Gr Sport di allora (Massimo de Luca) rimase ben impressionato e con l'ok del conduttore di Tuttobasket, un collega e amico, Massimo Carboni, mi richiese la domenica successiva per collegamenti da Fabriano..serie A di basket. Andai ancora più contenta perchè seguivo la pallacanestro da appassionata. Fui accolta con un gran mazzo di fiori: mi dissero che ero la prima radiocronista donna nel basket italiano. Una rivelazione: io non ci avevo pensato affatto. Provai..mettendoci tutta la passione e l'impegno che potevo. Quella sera all'ascolto c'era anche il capo del pool sportivo radiofonico, Mario Giobbe. La persona che designava i radiocronisti per "Tutto il calcio minuto per minuto". Non lo conoscevo personalmente e non mi sarei mai aspettata un interessamento per quella trasmissione. Anche per il designatore era un bel rischio..ha avuto un bel coraggio no? Il giorno successivo mi chiamò nel suo ufficio il caporedattore per dirmi che aveva una richiesta per me per " Tuttoilcalcio"..me la sentivo? Me la sentivo. Emozione e incoscienza, a ripensarci oggi. Non ho avuto molte esitazioni. Il calcio mi piaceva tantissimo, e poi venivo da una radio privata in cui avevo fatto altri collegamenti in diretta, ho semplicemente detto ok, vado. Il giorno della partita Centese-Ancona non credo di poterlo dimenticare mai.. 29 maggio. Ma,volendo dirla tutta, non avevo esattamente la percezione di come sarebbe stato accolto quell'esordio..il fatto che fosse la prima volta per una donna, il fatto che segnasse comunque un cambiamento nel suo piccolo "storico" nel giornalismo sportivo. Niente di tutto questo..facevo il mio lavoro cercando di sbagliare il meno possibile ( grande preoccupazione questa, ben sapendo in che contesto mi trovassi e quanto fosse esigente il pubblico dei radioascoltatori !) e di mettere nella trasmissione tutto l'entusiasmo e ancora una volta la passione. Andò bene.. e cominciò l'avventura..

Cosa fa in questo periodo Nicoletta Grifoni?
Sono caposervizio alla sede Rai di Ancona. Non solo ma anche responsabile della redazione sport.

Un suo ricordo se c'è di Alfredo Provenzali
C'è, eccome. Il primo incontro con lui nel 1989 credo. Vorrei premettere che per me lavorare con questi radiocronisti era un piacere e un modo per imparare unico. Alfredo venne ad Ancona dove si giocava una partita della Nazionale under 21 e fui incaricata, in quell'occasione, di fargli come si dice in gergo " da secondo". Non è mai stato un ruolo facile. Dovevi essere pronto senza strafare, poi mi chiedevo se saremmo andati d'accordo, se mi avrebbe accettata come partner radiofonico. E' importante per la buona riuscita di una collaborazione al microfono. In radio, in diretta, si avverte tutto, anche la minima tensione. Con Alfredo andò benissimo: mi accolse allo stadio con grande tenerezza ed affetto, non mi fece mai sentire fuori posto o di troppo, e devo dire, fu così da allora in poi. Di questo gliene sarò grata per sempre. Fu un bell'incoraggiamento per un giovane collega. E non tutti i maestri che ho poi incontrato nella vita sono stati altrettanto generosi.

Una domanda che in molti dei nostri lettori si fanno. Perchè Nicoletta Grifoni non è più a Tutto il calcio o a Pallavolando? 
Problemi personali: nel 1997 ho subito un infortunio, dalle conseguenze fisiche piuttosto pesanti. Un anno dopo sono riuscita a venirne fuori e avevo ripreso il mio lavoro di inviato. Nel 2000 scapparono fuori altri problemi connessi a quell'infortunio, mi costrinsero a rinunciare alle Olimpiadi di Sidney. Dopo diversi mesi capii che ci sarebbe voluto ancora tempo e che nel frattempo altri colleghi stavano iniziando un percorso al mio posto e per me e per loro non era bellissimo vivere con questa precarietà. Così, istintivamente, mi sono detta che..ok.. avevo avuto uno fantastica esperienza professionale e di vita per molti anni. Piuttosto che fare le cose a metà, preferivo rimettermi in gioco su altre esperienze che fino a quel momento non avevo avuto (ad esempio il lavoro di coordinamento all'interno della redazione) e.. let it be! E' cominciata un 'altra avventura.

Vorrei sapere cosa le viene in mente quando dico "Pallavolando" che lei ha aiutato a creare
Mi viene un po' da ridere perchè ricordo la faccia del capo del pool sportivo RAI Evangelisti quando andai a Roma ad annunciargli che avrei voluto realizzare una trasmissione con collegamenti in diretta dai campi sullo stile di Tutto il calcio o Tuttobasket. E che per farlo ero disposta a rinunciare a Tuttoilcalcio, giocandosi in contemporanea. Mi ha guardato stranito e mi ha detto testualmente "ma sei matta?" ahahaha!! Sì, decisamente lo ero e lo sono magari ancora, ma devo dire che da lì sono cominciati "i migliori anni della mia vita" da inviato e giornalista. Con il campionato e con la nazionale di volley ho vissuto partite ed emozioni indimenticabili e ho avuto la possibilità di fare radiocronache fantastiche in cui l'intensità che c'era in campo arrivava dritta nella mia mente, nel cuore e nelle parole.. Oggi posso dire di non essermi mai pentita..ho fatto una grande scelta!!!!

Si sente ancora con i colleghi del GR1 Sport? 
Non spesso quanto vorrei, ma sì. Ogni tanto ci sentiamo e spesso ci mandiamo a salutare. Recentemente ho rivisto Riccardo Cucchi e ci siamo abbracciati con grande affetto perchè abbiamo lavorato spesso insieme ed eravamo " i ragazzi" di allora. Abbiamo iniziato insieme!

Noi siamo in cerca di aneddotti curiosi durante l'esperienza da Radiocronista? Ne ha qualcuno di speciale per noi?
Ne ho parecchi, naturalmente, e mi è già capitato di raccontarne alcuni. Uno che invece è un po' più personale riguarda Bruno Pizzul. Eravamo alle olimpiadi di Barcellona nel 1992. Lui per la tv, naturalmente, io per la radio con pallavolo e la ginnastica. L'Italia dei "fenomeni" era accreditata per la medaglia d'oro ma non andò bene. Ero nei minuti precedenti la radiocronaca della partita più difficile. Quella seguita all'eliminazione dalla corsa per la medaglia, se ricordo bene un'inutile Italia-Spagna, figlia di una delusione cocente per la nazionale, per gli appassionati e anche per noi inviati che avevamo ben poche parole per descrivere quello che vedevamo e soprattutto sentivamo. L'Italia era la più forte del mondo, in quel momento, ma si giocava per un "nulla" da stringere in mano. Morale a terra, zero voglia di parlare.Non l'aspettavo e a sorpresa arrivò in postazione, Bruno Pizzul. Mi disse che voleva vedere la partita insieme a me. Un onore grandissimo che si rivelò anche un grande aiuto psicologico. Lo coinvolsi suo malgrado in diretta: parlò del senso della vittoria e della sconfitta e di come il movimento avrebbe dovuto risollevarsi da quel momento così amaro. Mi diede una grande carica e in qualche modo vinsi anche io la delusione insieme all'Italia del volley . Perdemmo la medaglia ma a testa alta: battemmo la Spagna in tre set nel momento in cui si poteva toccare il fondo, dando una grande dimostrazione di orgoglio e soprattutto di dignità. Non ho mai dimenticato quello che disse: la sconfitta deve insegnarti, ma mai farti dimenticare i tuoi doveri, mai togliere la fiducia in te stesso e negli obbiettivi che devi raggiungere. Grazie ancora.

Se dovessimo focalizzarci sull'esperienza a Tutto il calcio cosa le torna in mente? 
Un'esperienza per la quale mi ritengo davvero fortunata. Penso ai tanti giovani bravi che sognano di potersi confrontare con una trasmissione così e per tanti motivi non riescono ad emergere (e ai quali auguro di potercela fare un giorno), Penso ai personaggi che ho conosciuto che hanno fatto la storia del calcio e che ho intervistato. Ognuno di loro mi ha lasciato un'impressione fortissima. Forse accompagnata anche dall'emozione che provavo nell'essere lì in quel momento. Penso ai momenti indimenticabili (Italia 90, i derby di San Siro, gli scudetti) e ai momenti da dimenticare: scontri fuori e dentro lo stadio, l'arroganza e la presunzione di alcuni..pochi fortunatamente . Davvero difficile sintetizzare un solo pensiero..

Sara Meini è l'unica apparizione femminile negli ultimi 5 anni della trasmissione? E' una battaglia persa quella delle donne in "Tutto il calcio" 
Non direi proprio. Mi risulta che le donne siano sempre più numerose sugli spalti negli stadi e che molte colleghe, nelle radio private, siano radiocroniste di calcio. Il problema secondo me è che l'accesso alla professione è diventato difficile, anche il ricambio generazionale in RAI è stato piuttosto lento negli ultimi anni e il bacino da cui " pescare" nuovi radiocronisti e radiocroniste non è poi così ampio. Per le donne permane ancora una partenza più ripida in questo settore in cui non basta intendersi di calcio..bisogna anche saperlo raccontare in radio in diretta. Vi assicuro che non è poca cosa. E' una capacità specifica: ci vogliono occasioni per fare allenamento e spesso le donne ne hanno meno dei colleghi uomini.

Se le chiedo il nome di una donna della redazione del Gr Sport le viene in mente qualcuno? 
Sì Doriana Laraia.. non era una domanda difficile..eravamo sempre le uniche due donne nel pool di radiocronisti in trasferta!!! Lei ora è al TG2, ha seguito per tantissimo tempo atletica ( un altro settore difficilissimo in cui serve competenza e tanta memoria!) e tennis oltre a curare alcune rubriche radiofoniche dedicate allo sport. La sento ancora qualche volta, non siamo mai state in competizione anzi..

Un suo pensiero su Simonetta Martellini, attualmente al timone di Pallavolando.
Ne penso tutto il bene possibile. Ho conosciuto Simonetta all'inizio dell'avventura di Pallavolando quindi ormai diversi anni fa. E' una persona seria e preparata che, come spesso accade alle donne, si è sacrificata molto per fare bene questo lavoro. E' una bravissima collega e anche un'amica alla quale voglio molto bene anche se ci vediamo poco. Facebook però ci aiuta molto a restare in contatto.

Il calcio che raccontava lei non è lo stesso di oggi? Sbaglio? 
Come mai? Davvero un altro calcio. Il discorso sarebbe molto lungo e complesso. Credo che oggi, per usare un affettuoso luogo comune del calcio, le squadre facciano il loro ingresso in campo agli ordini delle televisioni.. Grandi interessi che ruotano attorno ai diritti, sempre minor interesse per il pubblico degli stadi che si ha la sensazione sia diventato " un problema" anche parecchio fastidioso per un calcio egocentrico che riflette se stesso. Il calcio italiano non sta vivendo un momento di splendore, lo sappiamo: dalla gestione che viene fatta degli stadi, impianti di vecchia concezione e fatiscenti, alla gestione dell'ordine pubblico su cui ci sarebbe molto da obbiettare, a comportamenti sbagliati e mai superati in campo e fuori. un calcio vittima della crisi che sembra vivere gli spelndori di un'antica casata, senza mezzi..Un calcio vivisezionato al rewind che ha perso molto di quel sentimento antiquato che è l'emozione e che nessuna telecamera potrà mai sostituire.

La pallavolo è sottovalutata dai media? 
Beh.. personalmente ho vissuto l'ascesa nell'attenzione dei media di questo sport e dal punto in cui ero partita io ad oggi di strada ne è stata fatta tanta. Ricordo gli Europei a Stoccolma dell'89 se non sbaglio.. nei giornali e nelle redazioni dovevi fare la madre di tutte le battaglie per avere il permesso di seguire la pallavolo.." ma che vai a fare?" ti chiedevano. Il movimento ha vissuto anni di grande entusiasmo. Dai quattro gatti che seguivano il volley si era passati a tribune stampa con posti in piedi. Sovradimensionamento per un periodo, tanti tanti soldi che sono entrati improvvisamente sull'onda della nazionale che vinceva tutto, dell'interesse improvviso dei media, dei grandi gruppi che entravano nelle società maggiori e complice il ricambio generazionale,arrivati all'apice si è iniziato ad arretrare. E non è stato sempre un male a mio avviso. Certo, personalmente, ne vorrei vedere di più in TV e vorrei che, per quanto sia cambiato negli anni, l'ambiente che ho conosciuto ( un ambiente interessante, fatto di tanta gente in gamba, motivata e piena di valori positivi) fosse più raccontato.

Se le chiedo di giocare un euro tra nazionale maschile e nazionale femminile di volley, su chi lo giocherebbe? Chi ha più prospettive per il futuro? 
E' uno scherzo ma proprio perchè si parla di sport, ti dico subito che non scommetto mai, su niente, per principio..Però a parte il gioco la verità è che non ho una risposta certa. Il destino delle nazionali e dei movimenti sportivi non è una linea retta: il successo arriva quando si creano condizioni che a volte possono tardare per anni. Una generazione di giocatori dotati di talento. Un'altra di allenatori -strateghi che sappiano tirar fuori le migliori potenzialità dalle loro squadre. Un'altra di dirigenti che vogliano investire sui vivai. Un'altra di benedetti sponsor che scommettano( in questo caso..si deve!!) sulla crescita di alcune realtà.. la conclusione è che il successo si costruisce. Miracolosamente! Spero di veder vincere ancora le due nazionali ,maschile e femminile. Per lo sport italiano innanzi tutto, ma anche per me. Perchè la passione non si è spenta e ogni volta che si vince e sento l'inno.. mi emoziono un casino.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella intervista........noi intanto viviamo sempre nella speranza che Nicoletta torni laddove tutti l'aspettiamo.
Gian76

Anonimo ha detto...

Chiedo ospitalità per dire anche qui il mio GRAZIE a Nicoletta,
vera fuoriclasse, straordinaria maestra e - confermo -
cara amica

Simonetta

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