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venerdì 14 giugno 2013

Dietro il microfono: intervista a Mauro Carafa

di Massimo Raibobo Verona
Il giornalista del Gr Sport che oggi ha accettato di rispondere alle nostre domande è Mauro Carafa.
A lui abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia all' interno della redazione e la sua carriera..
Vediamo come ci ha risposto


Esordio a Tutto il calcio
Ho esordito il 30 Maggio 1992 con una partita di serie C tra Barletta e Perugia (1-1). Per la cronaca quel pari favorì la promozione in B dell’Andria e fu l’ultima partita ufficiale di Beppe Dossena (PG) e Antonio Di Gennaro (Barletta) che tra l’altro segnò il gol del pareggio.

La sua carriera in Rai?
Faccio parte della redazione della Tgr Molise dal 1987. Sono caposervizio dal 2010.

Un suo ricordo di Alfredo Provenzali.
Ho avuto poche occasioni di incontrarlo di persona, ricordo soprattutto le riunioni prima dell’inizio della stagione calcistica. I suoi suggerimenti (diretti proprio a noi più giovani e inesperti) sono stati preziosi. Li conservo gelosamente nel mio bagaglio professionale insieme alla consapevolezza di aver avuto la fortuna di aver lavorato con un grande giornalista..

Noi siamo dei cacciatori di aneddoti. Avrebbe qualche storia particolare da raccontarci relativamente al suo ruolo di radiocronista?
Durante una partita di serie B tra Empoli e Piacenza, scambiai clamorosamente i due centravanti che erano Di Natale e Di Napoli e lo feci per tutto il primo tempo. Nell’intervallo un tifoso toscano munito di radiolina venne in cabina e mi avvertì dell’errore. Gliene fui grato e ammisi l’errore in diretta, con una giustificazione che non convinse neanche me..

Tra i nomi che hanno fatto la storia di Tic e non, a chi si è ispirato nel corso della sua crescita?
Ho avuto la fortuna di lavorare con tre grandi firme come Ciotti, Ameri e Cucchi. Il mio ideale radiocronista è un mix di questi che considero i miei punti di riferimento..

Lei quest'anno è tornato nei ranghi di Tutto il calcio dopo apparizioni nel corso degli ultimi anni. Ci descrive l'emozioni di far parte di questa squadra?
In effetti io sono un ‘’pendolare’’ della trasmissione. Ho molte presenze anche in Tuttobasket, che ho lasciato con qualche rimpianto. Ogni volta che ritorno nel calcio, mi sento una matricola dell’Università: sono un po’ intimorito e ho bisogno di prendere confidenza con l’ambiente. E’ una sensazione direi benefica perché ti fa sentire sempre un giovane allievo che deve ancora realizzare il suo sogno..

Lei è talvolta seconda voce in anticipo/posticipo.Quale preferisce tra il ruolo di prima voce o di seconda voce?
Dal punto di vista della concentrazione non c’è molta differenza, ma la prima voce è sicuramente più impegnativa. Devo ammettere che la cosa che mi divertiva di più era stare a bordo campo, dove la partita non riesci a vederla come il radiocronista ‘’centrale’’ ma vivi emozioni uniche affianco alle panchine, a pochi metri dai protagonisti..

Sogni per il suo futuro professionale?
Nel complesso non ho particolari ambizioni. Mi sarebbe piaciuto raggiungere la mansione di inviato, ma ormai sono troppo ‘’vecchio’’ e sento di poter svolgere con qualche competenza il mio ruolo all’interno della redazione regionale, lasciandomi aperta questa sorta di finestra sul mondo che mi consente di avere soddisfazioni aggiuntive rispetto al lavoro quotidiano e di arricchire le mie esperienze professionali..

Nel corso della sua carriera ha seguito altri sport? Quali?
Come ho detto molto basket e poi anche pallavolo. Ma mi è capitato di fare servizi televisivi su gran parte degli sport, dall’atletica allo sci. Una volta per Radio Rai ho anche commentato i Campionati Mondiali di canottaggio dall’Idroscalo di Milano. Devo ringraziare il collega di Raisport Federico Calcagno se quei giorni non si sono trasformati in un incubo (non avevo mai assistito dal vivo a gare di canoa e canottaggio in vita mia)..

Lei sarebbe favorevole a una rete radiofonica Rai completamente dedicata allo sport?
Direi di sì. In questo mondo drogato di internet e televisione, la radio rimane comunque il miglior mezzo per coniugare realtà e immaginazione..

Quale è al momento la sua soddisfazione professionale (a livello sportivo) più grande?
Avrei dovuto commentare (come spalla di Riccardo Cucchi) il famoso Perugia-Juventus della pioggia e dello scudetto bianconero perso all’ultimo soffio. Ma una improvvisa indisposizione mi mise Ko. Sto ancora aspettando un’altra occasione.

Cambierebbe qualcosa nella struttura della trasmissione?
In questo caso sono per la tradizione, anche perché la trasmissione funziona bene così. Ma certamente il futuro incalza e le nuove frontiere tecnologiche potrebbero tracciare strade ancora inesplorate..

Il calcio italiano è in crisi? Che futuro vede a livello di club e nazionali?
Il calcio italiano è rimasto indietro dopo la vittoria dei Mondiali del 2006 per tante ragioni, legate alla crisi economica ma anche ad una mancata programmazione che è un po’ un difetto nostrano. Quando riusciremo a mettere mano con serietà a problemi come quello che riguarda gli stadi e i vivai, potremo porre le basi per una rinascita che già si intravede nella Juventus e nella Nazionale, dove Conte e Prandelli hanno dato una precisa identità alle loro squadre. Il salto di qualità va fatto anche a livello legislativo e organizzativo se si vogliono raggiungere traguardi di medio- lungo periodo. Poi il calcio è anche materia che sfugge alla logica e magari in Brasile….

Domandone finale: che squadra tifa?
Tifo Milan da quando ero bambino e quando ho incrociato le maglie rossonere mi sono accorto di essere particolarmente ‘’esigente’’ tanto che il mio commento è stato (spero) sereno e imparziale. Devo ammettere che il Campobasso degli anni ‘ 80 mi ha scaldato il cuore per un incredibile e forse irripetibile quinquennio in Serie B.

Noi ci vediamo fra 7 giorni per un'altra intervista

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