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giovedì 3 giugno 2010

Tutti al Giro: ma quale Giro????

Si è concluso Domenica, con l'arrivo all'Arena di Verona, l'edizione 2010 del Giro d'Italia, con il trionfo in rosa del nostro Ivan Basso che ha bissato il successo del 2006. Da parte nostra, non può mancare un commento a quel che è stato il Giro in Radio, presentato in tromba e con fior di novità. Ma come direbbe Antonello Orlando, prima voce ciclista della radio, ci spiace, ma dobbiamo condannare. Nel modo più assoluto.

Da gentili ascoltatori, non è affatto piaciuta la copertura di questa edizione del Giro, completamente rivoluzionata nel format (perchè?) in cui ad uscire con le ossa rotte è stata la cronaca, ridotta, appunto, all'osso, schiacciata, costretta al telegrafico. Quando il racconto delle tappe è l'unica vera cosa che può interessare all'ascoltatore che in quella fascia oraria si francobolla addosso ad un diffusore, ad una radiolina, sulle frequenze di Radio 1. Ed invece abbiamo dovuto assistere a quello che inizialmente sembrava poter essere un semplice contorno, diventato invece, vero filo conduttore della trasmissione. Il contorno diventava la radiocronaca della Tappa, che osava disturbare la trasmissione di Georgia Luzi e Paolo Belli, ricca e farcita di ospiti vip telefonici ecc. Per intenderci: avete presente il Quelli che il Calcio di Simona Ventura (una volta di Fabio Fazio, quando era il vero Quelli che), diventato un vero e proprio spazio per portare avanti la causa di Isole dei Famosi e personaggini vari assolutamente fuori tema? Questa nuova formula radiofonica adottata al Giro, di Spettacolosport è tanto, ma tanto simile, quanto preoccupante. Irritante per chi non ha la possibilità di gustarsi il giro in tv in una giornata lavorativa. Chi ha acceso la radio durante quella fascia oraria, voleva sapere, nient'altro che sapere. E capire. Temiamo proprio che con questo format si sia capito ben poco. Fatta eccezione delle tappe corse di Sabato e Domenica, quando con Sabato Sport e Domenica Sport, si è tornati a respirare quel grande fascino del Giro alla Radio, finalmente raccontato senza obbligo di stringere e di chiudere. Ci è mancato tanto il racconto, la conduzione-cronaca direttamente dal palco, la linea passata di continuo ai motocronisti, con l'ascoltatore che inevitabilmente veniva coinvolto e portato dentro la tappa. Così non è stato in questa edizione. Molto penalizzate le cronache, molto penalizzati i radiocronisti, che non possono gradire una così forte riduzione dei loro interventi. Antonello Orlando, non propriamente brillante di suo in questa edizione, ma anche giustificabile da continue interruzioni, tagli e poco ritmo di cronaca. Giovanni Scaramuzzino, dalla moto1, è stato il vero, grande, vincitore del Giro alla Radio: un uomo chiamato Bicicletta, un uomo che che il Ciclismo nelle vene, un uomo che conosce uno ad uno gli atleti, nei particolari; un uomo che sa esaltarli e esaltare l'ascoltatore che magari non lo conosce; un uomo con cui senti il vento nel microfono ma anche il sudore dei ciclisti; un uomo che appassiona anche chi non è appassionato di Ciclismo; un uomo, un cronista, che ti porta in pista con lui. Da 10 e stralode. Eppoi c'è stata la new entry alla Moto2: l'ex ciclista Massimo Ghirotto ha preso il posto di Emanuele Dotto, il quale ha risentito della caduta del 2009. Buono l'apporto dato da Ghirotto: unica novità da salvare, ha migliorato di tappa in tappa, magari una voce non troppo radiofonica, ma vuoi mettere con GeorgiaePaolo? Chiudiamo augurandoci, dal profondo del cuore, che dalle prossime grandi manifestazioni sportive e non in mano a Radio Rai, sia fatta prevalere l'unica cosa che interessa alla gente: la cronaca, il racconto. Se qualcuno avesse voglia di fare spettacolo, abbiano almeno il buon gusto di rispettare la tradizione da sempre vincente e si spostassero in altri lidi.

Ci riascoltiamo i momenti più belli di quel che è stato un Grande Giro d'Italia.

7° Tappa, lo Sterrato, tappa d'altri tempi. Racconto di Giovanni Scaramuzzino eccezionalmente prima voce. Riuscire a sentire una tappa, chiudere gli occhi e vedere.



15° Tappa. Ovvero, lo Zoncolan e l'impresa di Ivan Basso.



21° Tappa, l'ultima. Arrivo a Verona e trionfo rosa di Ivan Basso.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono totalmente d'accordo nel non approvare la scelta di inserire la cronaca della tappa in una sorta di varietà radiofonico. Quando la radio si snatura e si fa sedurre dalle sirene televisive, questi sono i risultati. Marcello Franciò

NOTA

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