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giovedì 4 novembre 2010

Un Cucchi così è letteralmente irrinunciabile, un Gareth Repice, ma vince solo il giramondo Delfino

Proprio vero quando si dice che il buon vino, invecchiando, si migliora. E' l'esempio che calza su un Riccardo Cucchi veramente magistrale, non solo nel Milan-Real Madrid 2-2 di ieri sera, ma anche per un inizio di stagione da belle epoque. Se Filippo Inzaghi è l'highlander del gol, Riccardo Cucchi lo è altrettanto al microfono dove crediamo che in questo inizio di stagione stia confermato di essere il numero uno della squadra. Un peccato che abbia potuto raccontarci solamente due partite su quattro di questo avvio di Coppa dei Campioni, anche se la sua qualifica di caporedattore sportivo, giustamente (ahinoi), ce lo ruba alla radiocronaca. Peccato che il Milan non sia stato in grado di portar via 3 punti che sarebbero comunque stati miracolosi, ma può andare bene così. I minuti finali della radiocronaca di Cucchi sembravano quasi un presagio al fatto che il 2-2 della beffa fosse purtroppo dietro l'angolo. Perchè dai toni e dal racconto cucchiano si è in grado di vedere le partite ad occhi chiusi ed immaginare. Così come per le tre dita di Mourinho specificate nel dettaglio. Così come in occasione delle reti milaniste. Così come nel pareggio di Pippo Inzaghi in cui in un miracolo di sintesi, velocità ed emozione, si riesce subito a capire di un più che mezzo frittatone di Casillas sul quale Inzaghi ha di fatto, corretto in rete. C'è chi ci metterebbe tre giri di intervento a far capire la dinamica, c'è chi ci sa mettere 10 secondi. Così come la palla che è rotolata lentamente in rete per la doppietta del bomber piacentino: nemmeno un improvviso calo di voce ha potuto scalfire la classe del Cucchi che è andato avanti senza fare una piega o simulare un finto problema tecnico al microfono. Piccolissimi nei, solamente i cinque o sei Thiago Motta che sono stati chiamati (lapsus freudiano, accade) e il fuorigioco non visto di Inzaghi (recordman di gol europei, non evidenziato). Ma sono altri che effettivamente ed obiettivamente dovrebbero vederli, aldilà che il gol poi ci possa aver fatto piacere. Ma che belle le cronache del vero Riccardo Cucchi.. proteggiamole, salvaguardiamole, cloniamole!


Quattro partite di cui 2 pareggi e 2 sconfitte. Francesco Repice non è ancora riuscito a commentare una vittoria italiana in questo avvio di Coppa dei Campioni. E se considerassimo anche la Supercoppa Europea, salirebbero a 3 le sconfitte. La caduta interista di Londra però ci regala un grande Repice che obiettivamente sottolinea i punti critici dell'Inter che si è presentata e male sul campo del Tottenham. Non può bastare il "Mamba" Eto'o (soprannome repiciano che radiofonicamente debuttò proprio a Londra ma a Stamford Bridge) a riaccendere l'interruttore del Micidiale e dell'Inter Campione d'Europa che invece si scioglie davanti ad un Bale che è "letteralmente incontrollabile". Un esaltazione, quella del laterale gallese, destinata a rimanere scolpita nella memoria quando lo vedremo furoreggiare nel grande calcio internazionale con una maglia prestigiosa. Ci ricorderemo anche di quel Repice lì che lo definì "uomo capace di vincere le partite da solo".


Ma ad avere l'onore di raccontare l'unica squadra vincente della due giorni di Champions, è ancora una volta Giulio Delfino, così come due settimane fa. Importante e fondamentale il 2-3 romanista in quel di Basilea. E' la terza vittoria eurostagionale delfiniana su quattro partite raccontate, per la "calcolatrice" dei radiocronisti. E dopo l'Europa di calcio, per il Niki Lauda del microfono ecco che nel giro di 7 giorni arrivano due trasferte in due continenti. Mezzo giro del mondo in 10 giorni, per due sport diversi. Un fenomeno che non si può non stimare. Ed a cui auguriamo buon viaggio..

1 commenti:

delgiu ha detto...

L'ultimo turno radiofonico delle coppe ha mostrato con evidenza la grandezza di Cucchi in assoluto ma anche relativamente ai suoi colleghi, i quali, specie nelle manifestzioni europee, non potranno mai raggiungerlo. Più volte, nella tre giorni di coppe, si sono ascoltate cronache da EIAR, da ventennio, con squadre straniere dipinte come modelli di scorrettezza, con arbitri accusati con toni sgradevoli, magari per un fallo non fischiato a centrocampo o per un episodio di difficile valutazione, con avversari degradati a protagonisti di rappresentazioni meroliane. Cosa che i nostri media tutti si guardano bene dal porre in evidenza nel campionato nazionale, nelle coppe il rischio querela non c'è ed allora via coi toni curvaioli. E'giusto parteggiare per le squadre italiane (poi però il mantra "questa coppa non conta" è duro a morire, nonostante l'evidenza dei fatti e dei risultati che stanno giustamente dequalificando il calcio italiano), ma la storia della radio non la si fa col provincialismo e con gli "è colpa dell'arbitro". Siamo tutti in grado di sbeffeggiare Ovrebo, ma all'estero non adducono come unica scusante un fuorigioco o un rigore dubbio.

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