Il campo principale delle lacrime radiofoniche è stato Torino, lo Juventus Stadium: Francesco Repice che racconta Alessandro Del Piero. Associazione che già faceva accapponare la pelle solamente al pensiero della vigilia e dell'attesa che ci sarebbero state delle premesse memorabili. E così fu e così passerà alla storia la data del 13 Maggio 2012: radiofonicamente, calcisticamente, italianamente, juventinamente, universalmente.
Una leggenda vivente per cui negli elogi si rischia sempre di scadere nel ripetitivo, nello scontato e nel retorico.
E' una caratteristica che non fa parte di Francesco Repice, uno che definire semplicemente "radiocronista" è a dir poco riduttivo e domenica ne abbiamo avuto la riprova. Ci sono i cronisti che descrivono l'evento e poco di più, ci sono quelli che t'immergono e non ti fanno pensare ad altro, distraendo da ogni pensiero quotidiano. Ci sono i cronisti che con le immagini ci convivono e quelli che ce le devono far immaginare: è la Radio.
Lui è un vero e proprio cantore, un vero accompagnatore, un vero artista del racconto che usa il microfono della sua cuffia come fosse un pennello che dipinge l'immagine del pensiero e della fantasia di chi sta solo ascoltando. O anche di chi ha scelto di accendere la televisione ma sostituire l'audio: televisione che diventa sempre più maxi da far sembrare di essere lì allo stadio ed anche noi li a spellarci le mani per applaudire.
Non c'è niente da fare: Francesco Repice ha qualità innate nell'emozionare e nel narrare. Sia nel tono di voce, sia nel timbro così caldo ed infuocato, sia nella graduale variazione di enfasi, sia nella scansione, sia nel contatto tra fiato e spugna del microfono. Lui è nato per narrare il Calcio.
E' stato praticamente impossibile resistere alle lacrime, sia per Ale Del Piero in sè, sia per questa colonna sonora ad effetto catartico capace di entrare dentro l'anima, toccandola e scuotendola.
Il gol, il boato, il delirio. E poi il tocco di classe e di stile puramente radiofonico: la "licenza di poter intervenire" anche se non si tratta di variazioni di punteggio, ma di una, anzi, LA sostituzione.
Come fece anche Riccardo Cucchi, quando il 31 Maggio 2009, al Franchi di Firenze, finì la leggenda di Paolo Maldini. Questa volta Firenze è stata interrotta, laddove il grande Livio Forma era alle prese con uno 0-0 tra Fiorentina e Cagliari che lo ha indotto a dichiararsi in diretta: "Invidioso delle emozioni raccontate dai colleghi".
E quindi, l'uscita di cui si sente ogni passo di tacchetto, l'ovazione di cui si sente ogni battito di mano ed ogni urlo della folla "adorante e piangente" quando il numero 10 si alza dalla "tribunetta" come un semidio e s'impadronisce dei più di 40mila presenti. E nel mentre, Francesco Repice continua a descrivere quello che non parrebbe descrivibile di un "momento importante della storia di questo che è uno dei più gloriosi Club del Mondo". Un capolavoro totale che anche dopo ripetuti ascolti della registrazione, regala sempre lo stesso infinito brivido che non potrà mai nausenare ed annoiare anche dopo più di 700 volte, come le presenze di questo "Campione senza fine".
Una voce che centra e cita i sentimenti dei festeggiati della giornata, del popolo bianconero tornato Campione d'Italia dopo anni di grandi delusioni. Nel momento culminante della premiazione è proprio lì l'attimo della definitiva resurrezione: numero 28 per le leggi, numero 30 per i tifosi. Non solo per non scontentare nessuno, ma anche per rispettare i pensieri di tutti, meritevoli di non essere calpestati e liquidati come se nulla valessero.
Una radiocronaca che ha davvero rasentato la perfezione, così come la carriera di Alessandro Del Piero. Celebrazioni degnissime della Vecchia Signora, dai saluti di apertura alla premiazione in cui eroe per eroe, è stato decantato e gratificato l'evento, tra "Il numero uno dei numeri uno" al "Maestro D'Orchestra". Una delle più belle radiocronache che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare, ad opera di Francesco Repice.
E riascoltiamoci anche integralmente tutta la premiazione e tutta l'esaltazione dei campioni juventini, uno per uno.
Mai scontato anche nelle domande da intervistatore: "Io vorrei avere ancora l'opportunità di poterti raccontare". E noi di poterlo ancora ascoltare.
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