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domenica 30 settembre 2012

Riflessioni (04) - L'unico duello possibile

Avevamo detto, tempo fa, che a fine settembre il campionato avrebbe dato il suo primo responso. E l'ha dato, chiaro, tondo, preciso. Ne ha dati due, anzi, ma il primo era noto: la Juventus è la favorita assoluta di questo torneo. Il secondo, è che non ci sono tre anti-Juve come credevamo alla vigilia del torneo, ma solo una: il Napoli. L'unica che può cercare, ma soltanto cercare, di giocarsela alla pari coi Campioni d'Italia: l'immensa corazzata di Carrera e Conte appare troppo forte anche per gli azzurri, che possono solo sperare in un dispendio di energie eccessivo dei bianconeri in Europa (dove sono tra le favoritissime, inutile negarlo), per non soffrire eccessivamente la supremazia torinese in Italia e tentare di giocarsela sino alla fine.

E' abissale la differenza tra la Juventus e le altre. Soprattutto da un punto di vista mentale: se, nella testa, parti battuto coi Campioni d'Italia, non hai scampo. Quello che non ha fatto la Fiorentina nel turno infrasettimanale, quello che invece ha fatto la Roma sabato sera. Una Roma su cui ci siamo clamorosamente sbagliati: credevamo, vista anche l'estate, che coi nuovi acquisti e col gioco di Zeman, che i giallorossi potessero essere addirittura l'anti-Juve più accreditata, più accreditata del Napoli stesso. Invece, successo di Milano con l'Inter a parte (in casa dell'Inter ha vinto anche il Siena...), la squadra di Zeman è apparsa di tutti, tranne che di Zeman. Di Zeman ci sono state solo fiumi di parole e di polemiche trite, ritrite e inutili. Ma la sua mano non si vede proprio e la squadra è inadeguatissima negli uomini e nelle teste, apparendo un fritto misto tra la seconda Roma di Ranieri (quella del 2010-2011, che faceva grandi primi tempi e al primo gol subito diveniva mozzarella) e quella colabrodo di Luis Enrique (di cui questa Roma ha gli stessi punti, ma con la differenza che Luis li conquistò tutti sul campo). Una delusione su tutta la linea, la cui causa è una società assente e dei dirigenti, Sabatini e Baldini, che più che direttori sportivi appaiono veri e propri fantocci, forieri di parole spesso assurde e incomprensibili, inaccettabili per qualsiasi tifoso giallorosso.. Mentre i giallorossi stanno male, e tanto, non è buona l'aria neanche a Milano, nonostante le due vittorie consecutive dei nerazzurri lascino presagire segnali di ripresa, almeno per la Beneamata. La Fiorentina vista a San Siro, però, non ha affatto demeritato: il suo limite, palesato anche nel bel pari con la Juventus, è assolutamente la pochezza in fase offensiva: troppi sprechi. Però i viola, più delle milanesi, continuando così possono essere la nuova Udinese e scippare il terzo posto a squadre più blasonate. Tra queste ci sarebbe il Milan, sulle cui pochezze abbiamo già straparlato.

E così, mentre la Lazio riprende quota, lassù ci sono solo due squadre. La Juventus, come detto, attualmente rasenta l'assoluto nel calcio italiano. Irragiungibile, splendida, meravigliosa. Per lottare alla pari con questa corazzata non serve solo che questa sprechi energie in Europa, ma servono anche determinate qualità da parte degli avversari. Serve la caparbietà, la voglia di lottare sino in fondo. Quella che, per intenderci, aveva la Roma ai tempi delle battaglie scudetto contro l'Inter: anche lì, soprattutto nel 2009-2010, si trattava di una corazzata (l'Inter appunto) contro una squadra normale, ma che col cuore arrivava a mettere seriamente in difficoltà la rivale più accreditata (ci scusiamo coi tifosi di Inter e Roma se, richiamando alla memoria quei campionati, sarà venuta a loro una lacrimuccia di nostalgia, rimpianto, o entrambi, vista la loro situazione attuale). Il Napoli può assolutamente recitare il ruolo che aveva quella Roma: alla squadra di Mazzarri la caparbietà non è mai, e dico mai, mancata, a parte Chelsea - Napoli della scorsa Champions. Soprattutto, gli azzurri sono gli unici che, nell'ultimo anno e mezzo a forti tinte bianconere, non solo hanno battuto i rivali, ma li hanno sempre messi in difficoltà. Eccetto il 3-0 per i bianconeri dello scorso 1° aprile, infatti, i partenopei sono stati gli unici che, negli altri tre confronti giocati, hanno dimostrato di poter imbarazzare la Juventus e non sporadicamente, vedasi il 3-3 pazzesco del novembre 2011 (con un parziale di 3-1 per il Napoli, al San Paolo) e, dopo il 2-0 campano in finale di Coppa Italia (unico tonfo bianconero dal maggio 2011), la partita di Supercoppa Italiana che vedeva condurre gli azzurri fino al 79' e che poteva finire in maniera diversa, se Mazzarri e soci non fossero andati in escandescenze e i supplementari fossero stati giocati a parità di uomini. Insomma: l'anti-Juve non può che essere il Napoli. E solo il Napoli. A patto che gli uomini di Mazzarri ci mettano il cuore e che i bianconeri perdano energie europee: se così non fosse, vedremo un torneo dove il vantaggio della Juve sulla seconda sarà, a fine campionato, come minimo di una quindicina di punti.

Mario Aiello

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