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domenica 13 ottobre 2013

"Moriremo bibitari?"

di Marco D'Alessandro - La dittatura "bibitara" prosegue inesorabile, aumentando nel possibile anche la schiacciante prepotenza nel modo di vincere. Come un Barcellona che del pallone ne fa quel che gli pare come e quando vuole. Annoiando ed illudendo le speranze di avversari che magari, come Grosjean, si erano fatti la bocca buona per più d'una decina di giri in testa. Sembra che abbiano problemi e problemucci tecnici di kers, di freni, di tric e trac, e poi te li ritrovi sempre allo stesso posto. Vince Vettel, bello, biondo e con gli occhi azzurri fin dalla partenza in cui nel contattino con Hamilton ovviamente a farne le spese non può che essere quest'ultimo, e trionfo completato dalla doppietta e dal secondo posto di Webber. E con un pregio in più della vecchia (sigh) Ferrari dei bei tempi del due di coppia Schumacher-Barrichello: sanno operare con una certa furbizia i giochi di squadra, senza destare brusii di disapprovazione. A differenza dei nostri che avevano la delicatezza dell'elefante che entra in una gioielleria.
Non sembrava fosse la giornata per la nona vittoria stagionale di Vettel, dietro al compagno di squadra sia in qualifica che in gara, ad eccezione della strategia di gomme nettamente sfavorevole all'australiano, ormai al passo d'addio da scuderia e da attività: avrebbe meritato la prima vittoria stagionale (e forse l'ultima in carriera) dopo aver acciuffato la prima pole dell'anno. Fin troppo chiaro chi sia il primo cavallo della scuderia e difficilmente equivocabile l'illogica di rifilare al compagno un inutile pit stop in più per montare un treno di gomme nuovo nel finale di gara, costringendolo non solo a perdere il comando ma anche a doversi riguadagnare la seconda posizione, duellando con la Lotus di Grosjean, in grande crescita dopo i disastri di un anno fa.
Piccolezze per chi stravince ed è "Cacciatore di record", come detto da Giulio Delfino in un servizio per il Gr1. Non concordiamo però sul giudizio per il quale questa sia stata la migliore gara del quasi quattro volte campione del mondo.
La gara dello storico tracciato di Suzuka non è neanche malaccio, si guadagna la sufficienza, si vede qualche sorpasso con Alonso e Raikkonen che rimediano alla solita qualifica grigia, c'è un minimo d'incertezza in testa, Massa s'ubriaca ignorando gli ordini di scuderia (a proposito..) di lasciare passare il compagno di squadra per poi incredibilmente superare il limite di velocità nella corsia dei box, dopo averci abituato ad una velocità da Fiat Topolino per quattro interminabili anni. Ed alla fine, il possesso palla è sempre dello stesso padrone. E se si parla in termini calcistici, Fernando Alonso è l'uomo che porta la Ferrari al suo massimo risultato possibile: la rimonta fino al quarto posto buono per l'Europa League, con distanza di più di mezzo minuto dalla zona Champions e dai tre del podio. Oh Gesù. Molto remoti i tempi in cui alle nove, tre minuti e tre secondi dell'8 Ottobre di 13 anni, Delfino annunciava la cosa più bella da annunciare e che chissà quando potrà tornare a farlo. Purtroppo il periodo è questo: chissà anche per quanto dovrà ricordare, ad ogni maledetta introduzione di radiocronaca, delle sventure ferrariste sul filo di lana nel 2010 e nel 2012 che incutono ancora terrore al ferrarista incallito.


Tra due settimane a Vettel basteranno appena dieci punti in più di Alonso per mettere fine ad una partita ormai in piena goleada. 90 punti di vantaggio e la possibilità di battere due record di Schumacher. Nel frattempo, il record più farlocco di tutti è il premio di consolazione per il ferrarista: da oggi è il pilota che ha ottenuto più punti di tutta la storia. Lascia il tempo che trova, considerando le innumerevoli variazioni apportate, dal 2010, ai punteggi. Tanto per far capire: prima che la Formula Uno moderna scardinasse ogni tradizione, per guadagnare 10 punti su un altro pilota, bisognava vincere la gara e sperare che l'avversario arrivasse oltre l'ottavo posto. Oggi  basta vincere, ottenere ben 25 punti e accontentarsi che un rivale ne faccia 15 arrivando terzo e anche sul podio. Insomma, come dice Leo Turrini rievocando Sandra e Raimondo: che barba, che noia...



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
non permetterti ti dire che quello di aver fatto più punti di tutti nella storia sia un record farlocco! Galliani, su una cosa del genere, ci avrebbe campato per dieci anni! O forse non sai che io tifo per la squadra che, se si giocasse solo dall'ottantacinquesimo al novantaquattresimo, sarebbe prima in classifica con distacchi umilianti sulle inseguitrici ? :-)
Francesco

Anonimo ha detto...

E ti dirò che effettivamente tra interviste e twitter il buon Alonso sta autocelebrando ripetutamente questo "primato". C'è da cominciare a sospettare una parentela :D
Marco

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