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Il Palinsesto sportivo di Radio1Rai

MERCOLEDI 24 APRILE 2024
Radio1Rai
ore 08:25,  13:20, 19:20, 00:20 Gr1 Sport
ore 20:55 Zona Cesarini
*Calcio - Coppa Italia ATALANTA-FIORENTINA (G.Scaramuzzino-C.Piccinelli)
Radio1Sport
ore 11:05 Palla al centro
ore 13:30 Pop Sport
ore 14:05 Numeri Primi (replica)
ore 14:30 Pop Sport
ore 17:05 Tempi Supplementari
ore 19:30 Pop Sport
ore 20:55 Simulcast con Radio1Rai 



venerdì 7 febbraio 2020

La posta di Tonino Raffa - Puntata 24

#tuttoilcalcioblog
Torna per un'altra puntata la rubrica "La Posta di Tonino Raffa" che permette ai nostri lettori di interagire con una delle voci storiche di "Tutto il calcio minuto per minuto"

Vi ricordiamo che per poter partecipare, basta inviare la propria domanda a info@tuttoilcalcioblog.it

Quali sono le emozioni che ti senti di raccontarci relativamente alla festa del 10 Gennaio 2020 per i 60 anni di Tutto il calcio?
Emozioni tante. Come succede quando si riunisce una grande famiglia e si riporta indietro la macchina del tempo. Insisto nel dire che nei sessanta anni della trasmissione ci sono gli ultimi sessanta anni di storia del Paese attraverso la radio. "Tutto il calcio" ha scandito l'evoluzione del nostro costume sociale. E nato quando l'Italia, terminato il periodo della ricostruzione post bellica, si avviava alla fase del miracolo economico, all'interno di un'Europa che era ancora quella della guerra fredda e del muro di Berlino. Il programma ha dettato nel tempo le abitudini delle famiglie, prima tutte riunite in casa la domenica pomeriggio accanto a quella "scatola magica", poi libere di andare in gita o di frequentare gli stadi quando venne inventata la radio a transistor. Ha accompagnato i sogni e le speranze di milioni di scommettitori del Totocalcio, è entrato in tanti film di successo, ha contribuito al processo di alfabetizzazione dando uniformità alla lingua italiana. Ho pensato a tutto questo quando ho riabbracciato i colleghi formidabili della mia generazione, i tecnici, i registi (e le registe),i dirigenti, il personale amministrativo, gli opinionisti, gl'inviati delle grandi testate sportive, i tanti collaboratori. Devo aggiungere ancora che ho avvertito un brivido che non so descrivere, quando abbiamo ascoltato in religioso silenzio le voci dei più grandi che purtroppo non ci sono più. Ai giovani radiocronisti di oggi ho detto : "siete fortunati perchè avete l'anagrafe dalla vostra parte, ma noi abbiamo avuto il privilegio di lavorare accanto a maestri insuperabili come Ameri, Ciotti, Provenzali, Moretti, Zavoli e Bortoluzzi. Non sapete cosa vi siete persi". La sera prima della grande festa, siamo entrati nel clima dell'evento con una cena ristretta tra vecchi amici : Ezio Luzzi, Carlo Verna, Riccardo Cucchi, Emanuele Dotto e il sottoscritto. Vale a dire, l'ultimo dei mohicani, il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti e i tre vecchi compagni di corso della lontana stagione 1980-81. Abbiamo riavvolto il nastro della memoria, ricordando esperienze comuni, gag, avventure professionali legate ai grandi eventi (Olimpiadi, mondiali, europei, coppe internazionali). Un tuffo rigeneratore nelle acque del passato, tra risate, abbracci e pacche sulle spalle. Una rimpatriata di quelle che accarezzano l'anima e fanno bene al cuore.

Al suo fianco c'era Emanuele Giacoia, un pilastro fondamentale di "Tutto il calcio". Può raccontarci chi è per chi non lo conoscesse e quale emozione c'è stata nell'essere al suo fianco?
Qui l'emozione non è poi stata tanta. Ma non vorrei essere frainteso. Conosco Emanuele da mezzo secolo. Da quando ero un piccolo collaboratore sportivo nei giornali locali e lui già girava da inviato affermato. Siamo stati fianco a fianco per almeno tre lustri a partire dal 1979 quando entrai in Rai, nella redazione della Calabria, in coincidenza con l'apertura della terza rete. E siamo rimasti in contatto anche dopo il mio trasferimento a Roma, avvenuto nel '99. Persona colta, fisico da giocatore di rugby, aspetto signorile e un timbro di voce pieno di armonia. Ma, soprattutto, un amico sincero e un gentiluomo di antica milizia : nelle festività mi precede sempre nel rito degli auguri, perchè è lui a chiamare per primo. Posso dirvi che Giacoia, nato nella nobile cittadina di Capua (in provincia di Caserta), non deve nulla a nessuno. E' entrato in azienda nel 1958 vincendo un concorso per annunciatore. I concorrenti erano tanti, i posti soltanto cinque. Lui risultò il secondo assoluto grazie alla sua voce strepitosa. Sette anni dopo la Rai gli rilasciò il certificato di praticante. Dopo diciotto mesi superò l'esame per giornalista professionista e cominciò la sua lunga carriera di radio-telecronista. E' stato un piacere partecipare alla festa accomodato accanto a lui.

Condividi l'idea che "Tutto il calcio" sia paragonabile a patrimonio immateriale dell'umanità (o almeno di quella calcistica)?
Sottoscrivo in pieno.

Passiamo al calcio. La Nazionale di Mancini è agli Europei con un cammino facile. Si può sognare o dobbiamo ricordarci quanto succedeva due anni fa con l'eliminazione della Svezia?
Il cammino degli azzurri, con undici vittorie consecutive, è stato strabiliante. Non dico nulla di nuovo se ricordo che Mancini ha saputo mettere insieme il meglio offerto dai club nell'ultimo anno e mezzo. E' venuto un mix perfetto : accanto a pedine di sicuro affidamento come Donnarumma, Immobile, Belotti e Verratti, il tecnico potrà puntare su una batteria di talenti appena sbocciati come Federico Chiesa, Tonali, Barella e altri. E spera, infine, per il debutto europeo del 12 giugno all'Olimpico contro la Turchia di poter schierare anche lo sfortunato Zaniolo. Sì, direi che l'Italia ha svoltato dopo la bruciante eliminazione dall'ultimo mondiale per mano della Svezia. Il girone non sembra complicato, considerato che anche Svizzera e Galles sono avversarie abbordabili, e tuttavia da non sottovalutare. E in più si nota un aspetto importante : è una nazionale che gioca divertendosi. Non è poco.

L'Inter sta provando a minare le certezze di Scudetto della Juventus. Ce la farà? O è una battaglia impossibile?
Le certezze della Juve rimangono, ma non hanno più la solidità delle scorse stagioni, anche se Ronaldo rappresenta sempre la migliore polizza di assicurazione. L'Inter e la Lazio hanno ridotto il gap e si sono avvicinate molto. I biancocelesti hanno mancato il sorpasso nei confronti dei nerazzurri facendosi bloccare in casa dal Verona nel recupero di mercoledì, ma rappresentano una splendida realtà sul piano dello spettacolo puro. Hanno l'attacco più prolifico del campionato grazie anche al momento super di Immobile. In più la squadra non ha impegni nelle coppe europee e questo si potrebbe tradurre in un vantaggio. Quanto ai nerazzurri, la loro non sembra una battaglia impossibile, al contrario : hanno messo a segno il colpaccio Eriksen e hanno preso anche Young dal Manchester United. Non sono riusciti a ingaggiare Vidal, ma adesso la rosa è più che competitiva. Si può prevedere una incerta ed entusiasmante volata a tre per lo scudetto.

Cosa ha fatto Conte per far rinascere l'Inter?
Conte ci ha messo il lavoro e la sua proverbiale caparbietà. E la società ha cercato di assecondare le sue richieste.

La Lazio è una candidata allo scudetto? Quale è secondo lei l'impresa di Simone Inzaghi?
Ripeto : è quasi una macchina perfetta che va a pieno regime. Inzaghi ha avuto il merito di farla carburare gradualmente offrendo spettacolo per i palati più raffinati. La squadra si è già accomodata al tavolo dello scudetto ed ha in mano tante carte importanti.

Lei è favorevole al mercato invernale di riparazione? Può realmente cambiare le sorti della stagione di una squadra?
Favorevole a una condizione : solo quando permette acquisti di spessore in grado di cambiare gli equilibri e dare più incertezza ai campionati. Vedi il ritorno al Milan di un leader collaudato come Ibrahimovic. Ma, spesso, comprare per comprare non basta per cambiare il volto delle formazioni a torneo in corso.

Se mi è consentita qualche considerazione finale, aggiungo : che merita sempre di stare nella hit parade l'Atalanta di Gasperini (premiato con la panchina d'oro a Coverciano), che spiace la fine dell'avventura di un tecnico preparato come Mazzarri alla guida del Torino, che possiamo dare una strigliata sonora a quanti si sono dimenticati di far osservare un minuto di raccoglimento per la morte di un grande attaccante come Pietro Anastasi. Vederlo giocare è stata una delizia per i nostri occhi. Ha dato lustro alla nazionale ed è stato tra i più brillanti protagonisti di un calcio che non c'è più. Infine, consiglierei a tutti di abbassare i toni dopo le polemiche che hanno accompagnato e seguito la partita tra Juventus e Fiorentina. Qualche volta può capitare di subire un torto e si può comprendere l'amarezza. Ma c'è sempre modo e modo di esercitare le proprie ragioni.

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