Cari lettori, con qualche ora di anticipo rispetto al palinsesto ritorna, dopo la sosta estiva, la rubrica "Monografie….". Ripartiamo pubblicando la monografia di una delle voci storiche di RadioRai, Beppe Viola.
Beppe Viola, (Contursi Terme, 26 Ottobre 1939 – Milano, 17 Ottobre 1982) è stato un giornalista, scrittore ed umorista italiano.
Sposato, quattro figlie, ha svolto gran parte del suo lavoro come giornalista sportivo. Cominciò a scrivere di sport nella metà degli anni Cinquanta collaborando all' agenzia "Sportinformazione", passando poi in Rai nel 1961. Per la televisione ha lavorato come redattore, come inviato speciale e, dopo una parentesi come radiocronista, anche come telecronista sportivo, seguendo in particolare calcio, pugilato, ippica e motori. Per la Rai ha inoltre firmato un lungo documentario sulla Mille Miglia ed ha preso parte anche ad alcune edizioni della "Domenica Sportiva".
Viola ha scritto anche molte canzoni in coppia con Enzo Jannacci, tra cui "Tira a campà" e "Statu quo". Nel campo del cinema ha lavorato come sceneggiatore e dialoghista, ricordiamo "Romanzo Popolare" e "Cattivi pensieri" con Ugo Tognazzi. Per il cabaret contribuì alla creazione dei testi del gruppo storico dei comici che facevano riferimento al Derby Club di Milano (Massimo Boldi, Teo Teocoli, Giorgio Porcaro, Cochi e Renato, Felice Andreasi, Enzo Jannacci, Gianni Magni, Paolo Villaggio, Lino Toffolo).
Scrisse anche due libri dal titolo: "Quelli che.....racconti di un grande umorista da non dimenticare" edito nel 1995 da Baldini & Castoldi; e "Vite vere, compresa la mia" (Milano Libri Edizioni 1981).
Morì improvvisamente a 43 anni mentre era in sede Rai a Milano, per una emorragia cerebrale, durante il montaggio di uno dei suoi servizi sulla partita Inter-Napoli.
Ecco cosa scrisse Gianni Brera su "La Repubblica" nell'ottobre del 1982 pochi giorni dopo la sua morte: "Aveva un humour naturale e beffardo: una innata onestà gli vietava smancerie in qualsiasi campo si trovasse a produrre parole e pensiero. Lavorò duro, forsennatamente per aver chiesto alla vita quello che ad altri sarebbe bastato per venirne schiantato in poco tempo. Lui le ha rubato quanti giorni ha potuto senza mai cedere al presago timore di perderla troppo presto. La sua romantica incontinenza era di una patetica follia. Ed io, che soprattutto per questo lo amavo, ora ne provo un rimorso che rende persino goffo il mio dolore...".
Ecco cosa scrisse Gianni Brera su "La Repubblica" nell'ottobre del 1982 pochi giorni dopo la sua morte: "Aveva un humour naturale e beffardo: una innata onestà gli vietava smancerie in qualsiasi campo si trovasse a produrre parole e pensiero. Lavorò duro, forsennatamente per aver chiesto alla vita quello che ad altri sarebbe bastato per venirne schiantato in poco tempo. Lui le ha rubato quanti giorni ha potuto senza mai cedere al presago timore di perderla troppo presto. La sua romantica incontinenza era di una patetica follia. Ed io, che soprattutto per questo lo amavo, ora ne provo un rimorso che rende persino goffo il mio dolore...".
Nel 1983 alla memoria di Beppe Viola è stato intitolato un premio giornalistico annuale, inizialmente assegnato con la collaborazione e il patrocinio dell' Avis, la cui cerimonia di premiazione si teneva a Coccaglio in provincia di Brescia. Successivamente la premiazione si è spostata ad Arco al termine di un'altra manifestazione di rilievo internazionale, il torneo di calcio "Beppe Viola" a cui prendono parte le squadre della categoria allievi.
Cari amici, vi è poco da aggiungere, ogni commento sarebbe superfluo, grazie Beppe Viola.
Per questa settimana è tutto. La rubrica "Monografie" Vi da appuntamento a sabato prossimo.
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