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lunedì 23 maggio 2016

Radio Corsa - Il Punto sul Giro (08)

#tuttoilcalcioblog
di Stefano Stradotto

Come previsto il fine settimana appena trascorso ha fatto letteralmente esplodere la classifica generale di questo 99° Giro d'Italia. E dai due arrivi in Alto Adige, sotto lo sguardo attento e severo (soprattutto per alcuni..) delle Dolomiti, usciamo con il nome dell'assoluto favorito, pronto a portare la maglia rosa lungo le salite dell'ultima settimana fino a Torino. Nibali? Valverde? Neanche per idea, l'uomo che ha domato la tre giorni più dura del Giro risponde infatti al nome e cognome di Steven Kruijswijk. Una sorpresa olandese nell'edizione del Giro partita dall'Olanda. Per chi ha seguito la corsa e magari anche le nostre puntate precedenti però Kruijswijk rappresenta una sopresa fino ad un certo punto. D'accordo, immaginarlo all'alba della terza settimana in testa con più di 2 minuti di vantaggio su Chaves e quasi 3 su Nibali va indubbiamente oltre, ma è altrettanto vero che era impossibile ignorare la regolarità e il colpo di pedale dell'olandese, che nessuno è riuscito fin qui a staccare dall'inizio del Giro d'Italia.
Per la verità sono due edizioni che Kruijswijk non molla di un metro le ruote dei favoriti, in quanto lo scorso anno arrivo sì a 8' da Contador, settimo, ma perdendo di fatto quasi tutto a causa di un ventaglio nella prima settimana. Regolarità e condizione, dunque, le sue parole d'ordine; le giornate nere dei grandi favoriti, che sembrano quasi alternarsi quotidianamente nel ruolo di sorpresa negativa, hanno poi fatto il resto proiettandolo dall'ennesimo ottimo Giro, magari con un ipotetico piazzamento tra i primi cinque, alla maglia rosa.

Ma andiamo con ordine analizzando brevemente le due tappe dolomitiche partendo da quella di sabato con arrivo a Corvara.
Giornata memorabile a livello paesaggistico, sole, cielo terso, e le splendide vette a fare da contorno: Pordoi, Sella, Gardena, Camplongo, Giau, Falzarego, Valparola, fino al Muro del Gatto a poca distanza dall'arrivo.
La corsa dei big inizia sul Giau, salita dalle pendenze più dure tra tutte quelle affrontate, con il grande lavoro di Michele Scarponi per Vincenzo Nibali. Ancora una volta lo scalatore marchigiano si conferma il gregario di lusso migliore in gruppo e sfianca il plotone dei big con un ritmo sostenuto che mette subito alla frusta la maglia rosa Amador. L'Astana questa volta si è peraltro mossa molto bene tatticamente fermando Zeits, il quale faceva parte della fuga iniziale, in modo tale che il kazako possa dare una mano ai due compagni di squadra, pur per un breve tratto.
La discesa del Giau ha l'effetto di confermare le ottime doti di discesista di Amador che ricuce un ritardo di quasi 1 minuto dai big riaccodandosi proprio ai piedi dell'ultimo GPM di giornata. Il costaricense è però destinato a perdere nuovamente contatto, anche perchè una volta ripresa la salita Scarponi torna in testa a menare le danze. L'attacco di Nibali è ormai scontato, tutti lo attendono ed arriva puntuale a circa 5 km dalla vetta, una volta terminato il lavoro di Scarponi; Valverde, a ruota di Nibali, non prova nemmeno per un istante a seguire l'avversario, rimane piantato, non reagisce, perde metri su metri in pochi secondi mentre Nibali sembra sfrecciare. Ma il nome della salita che i corridori stanno affrontando dovrebbe mettere in guardia... Falzarego, in ladino, altro non vuol dire che falso re, in riferimento al sovrano del leggendario regno dei Fanes che popola i racconti di queste zone. Ed in questo caso l'immagine di un Nibali re del Giro, di un Nibali lanciato verso la maglia rosa, si rivela ben presto una falsa illusione; Valverde ha ceduto di schianto, è vero, ma Kruijswijk e Chaves si riaccodano al siciliano senza troppa fatica. Qualche centinaio di metri e l'imponderabile si materializza: Kruijswijk attacca per la prima volta, Chaves lo segue, Nibali no, sembra Valverde qualche minuto prima, non risponde, non rilancia, arranca, perde metri. Il merito di Vincenzo, che dimostra di non avere la condizione sperata, è comunque quello di non crollare come lo spagnolo poco prima, reagisce come può, sale regolare e si salva, contenendo il distacco. Davanti intanto Chaves e Kruijswijk riprendono i due fuggitivi superstiti, Chaves ottiene la prima tappa al Giro, Kruijswijk la prima rosa. Nibali come detto contiene, naufragano tutti gli altri, chi più (Valverde, Amador, Pozzovivo) chi un po' meno (Majka, Uran, Zakarin). Già ridisegnata in maniera netta la classifica generale, con Nibali a 41" da Kruijswijk, e Chaves una cinquantina di secondi dietro al siciliano, poi un abisso che sembra restringere ai tre la corsa per la vittoria finale.

Con questa situazione si arriva alla partenza di Castelrotto domenica mattina per la cronoscalata all'Alpe di Siusi. Nibali vive sensazioni in bilico tra la soddisfazione di aver eliminato il rivale più temuto (Valverde è arrivato a Corvara con 3') e la preoccupazione per non essere riuscito a tenere il ritmo di Kruijswijk e Chaves. La tattica Astana stavolta era stata perfetta, tutto sembrava apparecchiato per una giornata trionfale, ma allo Squalo sono mancate le gambe. In cerca di queste risposte eccolo scattare per la terza prova contro il tempo di questo Giro..
Nibali appare subito scomposto in bicicletta, segnale negativo per eccellenza in una cronometro, cerca di mulinare un rapporto più agile possibile, forse troppo, sembra non riuscire ad esprimere la potenza necessaria. Sensazioni tutte confermate dopo il primo intermedio, tanto più che Kruijswijk, in una prova particolarmente adatta alle sue caraterristiche di passista scalatore, sta letteralmente volando. L'inizio del pezzo più duro della salita non fa che confermare quanto già si è capito, Nibali non è al top in questa edizione della corsa rosa. Il problema è che sull'Alpe di Siusi il siciliano non sta solamente affrontando una giornata non brillantissima come quella del giorno prima, ma sta vivendo una vera e propria crisi. E siccome quando piove spesso lo fa sul bagnato, ecco il salto di catena che frena ulteriormente il capitano dell'Astana, costringendolo al cambio di bicicletta e a perdere ulteriori 30-40", quando già pagava un minuto.
Il finale si traduce in un calvario, mentre Kruijswijk sfiora la vittoria, Chaves cresce nella seconda parte e strappa il secondo posto della generale a Nibali e Valverde ha uno scatto di orgoglio dopo la crisi di Corvara arrivando ottimamente terzo di tappa e rientrando in gioco per il podio.

E adesso? 2'51" sono obiettivamente molti, forse troppi. Il terreno per attaccare e ribaltare la situazione non manca, a partire dalla tappa di Andalo domani, per arrivare in particolar modo alle frazioni di venerdì e sabato con Colle dell'Agnello e soci.. Nibali ha dalla sua il tracciato che ci addice alle sue caratteristiche, una squadra forte con un grande Scarponi (ieri 5°) al suo fianco, un Kruijswijk non abituato a gestire la pressione e senza grossi compagni attorno.. Tutto giusto e tutto importante, ma resta un fatto: se Nibali non avrà le gambe, come dimostrato in queste due tappe, qualsiasi tattica o qualsiasi tentativo coraggioso sulle prossime salite e discese sarà vano. Vincenzo ha comunque l'obbligo morale di provarle tutte, e conoscendolo non si tirerà indietro. La squadra dovrà poi supportarlo senza più sbavature, regalandogli per quanto possibile serenità in corsa e fuori e possibilmente cucendo addosso alle tappe una tattica di squadra che possa potenzialmente rivoluzionare la situazione, a Martinelli d'altronde non manca certo l'esperienza per riuscirci; starà poi a Nibali dimostrare di poter essere ancora in grado di lottare per il successo in un Grande Giro.

Quanto a Kruijswijk, tutto può accadere, ma con la condizione e la serenità che sembra aver acquisito l'ipotesi di un suo crollo è molto remota; l'unico modo per recuperare potrebbe essere quello di isolarlo, facendo fuori tutti i suoi compagni fin dalle prime salite dei tapponi che ci attendono, a quel punto vederlo andare fuori giri nel dover gestire da solo e rispondere agli attacchi di tutti potrebbe non essere più un'ipotesi così assurda. Conteranno quindi probabilmente soprattutto coraggio, tattica e inventiva, più che la sfida uomo contro uomo che, ripetiamo, non vediamo come possa essere vinta scattando sull'ultima salita. In sostanza, Kruijswijk al momento ha dimostrato di essere il più forte, ma se Nibali dovesse attaccare da lontano, magari in discesa, con il supporto dei migliori compagni, l'evidenza dei fatti potrebbe anche essere sovvertita.
In tutto ciò non va dimenticato Chaves, che in salita è il migliore di tutti; forse solo lui è in grado di infliggere dei distacchi a Kruijswijk scattandogli in faccia senza bisogno di tanti calcoli. Ma durante questo giorno di riposo bisogna ammetterlo: al momento l'olandese è pienamente padrone della corsa.







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